Il bello della vita è...ritrovare la luce in una notte qualsiasi, che sembrava la più scura e decidere che... se la vita ti ha messo davanti una montagna...tu imparerai a volare!”
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Solo in Italia – e in nessun altro Paese al mondo - il suicidio assistito è vincolato al fatto che il paziente sia tenuto in vita da un trattamento di sostegno vitale. Lo mostra la mappa sulle legislazioni in materia di suicidio assistito in tutti i Paesi del mondo, sintesi di un'indagine effettuata dall’avvocata Alessia Cicatelli, membro di Giunta dell’associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica.
«Le legislazioni estere prevedono quali requisiti comuni: il compimento della maggiore età, la capacità di autodeterminarsi, l’essere affetto da malattie o condizioni irreversibili, fonti di sofferenze intollerabili», spiega Marco Cappato, tesoriere dell’associazione Coscioni, «Ma mai, in nessuna legge attualmente vigente nel resto del mondo, è previsto anche il requisito della dipendenza da un trattamento di sostegno vitale».
Quando si è espressa sul caso di Dj Fabo, la Corte costituzionale non poteva spingersi oltre e sconfinare nel potere legislativo proprio del Parlamento, individuando casi diversi da quello su cui era chiamata a esprimersi. È per questo che, dal momento che Fabiano Antoniani era tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale, questo – con la sentenza 242/2019 della Corte costituzionale sul caso Cappato/Antoniani - è diventato un requisito necessario per poter accedere legalmente, in Italia, al suicidio assistito.
Questo requisito, però, senza un intervento legislativo del Parlamento richiesto dalla Consulta, può essere discriminatorio, come è stato, ad esempio, per Sibilla Barbieri. «Si pensi alla maggior parte dei pazienti oncologici, anche terminali, che vogliono porre fine alle proprie sofferenze, ma non possono accedere al suicidio assistito perché non sono dipendenti da un trattamento di sostegno vitale in senso stretto», ha dichiarato Filomena Gallo, segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni. «Ed è su tale requisito che nuovamente la Consulta è chiamata ad intervenire a seguito di questione di legittimità costituzionale sollevata dal Gip di Firenze a seguito dell’aiuto fornito a Massimiliano da Chiara Lalli, Felicetta Maltese e Marco Cappato». Ed è proprio il procedimento aperto in merito all’aiuto fornito a Massimiliano l’occasione per definire i contorni del criterio del «sostegno vitale» che – spiega Cappato, «come la ricerca di Alessia Cicatelli evidenzia, non esiste in nessun’altra legislazione».
Fonte: https://www.vanityfair.it/article/mappa-su...sostegno-vitale
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